lunedì 9 novembre 2009

Ubuntu 9.10 Karmic Koala e Network Manager

Network Manager è sempre stata una rogna per me in quanto, nella mia esperienza, non sono mai riuscito a connettermi contemporaneamente ad internet via chiave usb HSDPA e ad una rete lan o wan. La soluzione finale è stata la sostituzione di NM con wicd con il quale sono riuscito a gestire meglio anche il wireless mentre per HSDPA ho utilizzato wader. Questa soluzione mi ha consentito non solo di navigare in lan e internet contemporaneamente ma anche di gestire sms ed agenda della simcard.
Altro programma HSDPA dalle stesse caratteristiche è UMTSmonitor ma a questo ho preferito wader per il suo look più GTK.
Ora con Karmic varie cose sono migliorate tra le quali NM che gestisce quasi bene la mia Huawei E169 e la wireless Atheros AR5BXB63 ma che tutt'ora non consente connessioni multiple. Poi per quel che riguarda la E169 spesso prima che NM effettui lo switching in modalità modem HSDPA devo scollegare e ricollegare un paio di volte la chiavetta.
Come se non bastasse, provando ad installare wader, mi sono accorto che non lo si può fare a causa di python che sembra essere ad una versione superiore a quella richiesta come dipendenza (python<<2.6). Devo ancora provare con UMTSmonitor.
Non mi capita spesso di dover utilizzare HSDPA e lan o wan insieme tuttavia poter contare su tale capacità non è poco e quando ti serve scollegarti per riconnetterti dall'altra parte è veramente pesante...
Alla fine NM non merita ancora il suo nome nonostante ora supporti anche il Bluetooth, facevano meglio a sistemare altro piuttosto che aggiungere una feature...
Sul sito di wader ho notato che l'autore ha aggiunto i ppa per karmic tuttavia inserendo i repos e cercando wader non si trova nulla...
Al momento ci si può accontentare, Karmic sembra più veloce in avvio, legge gli archivi di massa delle chiavette HSDPA, cosa che con Jaunty non accadeva, ha una bella grafica e supporta magnificamente i netbook (da cui sto scrivendo).

venerdì 4 settembre 2009

Sansa FUZE & ROCKbox...


Finalmente dopo una lunga attesa è stata rilasciata la beta di ROCKbox per il FUZE! Scaricando i due file da qui e da qui, basta copiare il primo file ed il secondo scompattato, che è una cartella, nella root del FUZE, scollegare il lettore e riavviarlo, attendere e ROCKbox avrà preso il suo posto accanto al firmware di fabbrica. All'accensione per avviare con il software originale basta tenere premuto il tasto <<|. Le limitazioni di questa beta per quanto ho potuto constatare sono effettivamente una durata inferiore della batteria, cosa che gli sviluppatori sistemeranno, e la connessione USB che a me con il ROCKbox attivo non fa riconoscere il FUZE alla mia distro Linux (Jaunty9.04x86 e 64), tuttavia il FUZE rileva la connessione in quanto il display mostra lo spinotto USB. Ho installato Doom che gira a meraviglia e provato tutti i giochi ed applicazioni senza riscontrare alcun problema! Al momento i video gestiti sono solo MPEG1 e 2 ma non si escludono codec di estensione in futuro.

lunedì 1 giugno 2009

JCM 800 1959

Dopo l'acquisto di questa testa mi sono reso conto che in tutto il web, ma soprattutto nei siti specializzati, non si parla molto di quest'ampli anzi, spesso utenti di forum musicali postano domande circa il nome di questo strano modello e ne chiedono le caratteristiche. Nella produzione delle testate la Marshall non ha fatto grandi rivoluzioni in termini di progettazione fino all'uscita del JCM 800 2210 che fu il primo split channel (2 canali) con riverbero dove il canale distorto è boostato da circuiti a stato solido, una sorta di pedalino dentro all'ampli. Tutti i modelli JCM 800 precedenti (2203, 2204, 1987 e 1959) non sono altro che vecchi e conosciuti progetti in una nuova veste (per gli anni '80). Alla fine il JCM800 1959 non è altro che il circuito di una PLEXI SUPER LEAD da 100Watt nel "nuovo" cabinet del JCM 800. Unica differenza per questo circuito è il numero di filtri/caps (condensatori) presenti, sei nel progetto originale PLEXI mentre ve ne sono tre in quello del JCM 800 1959. Non vi dovrebbero essere differenze in quanto a scapito del numero dimezzato di caps nel nuovo 1959, questi hanno capacità doppia rispetto ai primi e perciò i conti tornano, tuttavia si dice che le PLEXI abbiano un sound più morbido mentre gli 800 1959 sembrano essere più acidi. Per quanto ne so tutti motano valvole di pre ECC83 e finali EL34 dal sound british.
Dovendo fare una sorta di scheda tecnica il JCM 800 1959 SUPER LEAD è una testata dual channel da 100Watt con sei pot per i controlli di presence, bass, middle, treble, volumeI e volumeII e con quttro imput di segnale, uno high ed uno low per canale. L'ampli non è provvisto di send e return nè di reverb. Una pratica che si usa fare su quest'ampli è il ponte tra i due canali attraverso un cavo a due jack in modo da miscelare le diverse sonorità agendo sui volumi (come in foto). Non essendo un Master Volume per far saturare le valvole ed ottenere la distorsione si può solo che alzare il volume e ciò implica che un comune mortale per suonare con tale ampli DEVE o applicarci un Master Volume o procurarsi un attenuatore di potenza.
Per descrivere il sound l'unica cosa che personalmente posso dire è AC/DC, Van Halen, Jimmy Page. Il soud è talmente pieno che non fa sentire la macanza del riverbero.

venerdì 15 maggio 2009

ACER Aspire ONE A150-BW UPGRADES


Me lo hanno regalato i carissimi colleghi di lavoro per il trasferimento vista la mia passione per l'informatica. Personalmente non avevo mai preso in considerazione un PC di tale tipologia visto che già possiedo un il fantastico HP Compaq NX7400 dell'offerta Alice tutto incluso a cui ho upgradato TUTTO. Nonostante ciò quando ho aperto il pacco regalo la sorpresa è stata graditissima, avevo un nuovo giocattolo con cui "sudare". Il modello è dotato di 1Gb di ram ed HD da 2.5" da 160Gb. Nel Netbook ERA preinstallato ICS P edizione per ultraportatili che non sembrava male fino a quando, dopo pochi minuti d'uso in rete, l'antivirus non ha cominciato a segnalare intrusioni varie. Ci sono anche i modelli con Limpus Linux preinstallato ma questi hanno una dotazione hardware che, nonostante il Sistema Operativo ridotto e per natura più scattante di ICS P, lo rendono troppo lento per applicazioni diverse dalla semplice navigazione web e per il multimeda. La causa è l'HD di tipo solid state che nonostante il basso consumo, offrono un transfert rate max sui 45Mb/sec in lettura ed il dato è ancora inferiore in scrittura. Fortunatamente questo non è stato il mio caso avendo il mio Netbook un HD standard da 2.5". Ma le sorprese riguardo alla bontà del modello dovevo ancora scoprirle del tutto. Navigando si legge spesso che l'unico upgrade fattibile consiste nell'aumento di ram fino a raggiungere gli 1,5Gb supportati dal chipset, un i950GSE, e che per fare questo si deve letteralmente smontare il PC in quanto non vi è uno sportellino apposito. Vado perciò subito alla ricerca di istruzioni o di esperienze a riguardo sul web che non fatico a trovare. Una volta aperta la macchina scopro alcune cose che me ne fanno apprezzare la fattura ovvero scopro che l'HD è da 5400rpm contro i più standard e scarsi 4200rpm e che è del tipo SATA e non ATA come i primi modelli di Aspire ONE messi in commercio un anno fà, inoltre il modulo wireless è del tipo mini PCI-E e perciò sostituibile. Scopro inoltre che i 512Mb di ram onboard sono DDRII della Nanya con velocità fino a 667Mhz così come i 512Mb della Samsung montati nello slot di espansione, tuttavia a causa del processore la velocità del bus è di 533Mhz per tutto il sistema. Le mie conclusioni sono che l'Aspire ONE A150-BW è proprio una bella e ben fatta macchina che se tirata a dovere non è detto che si possa utilizzare solo per web browsing o per il multimedia. Gli upgrade si possono fare su ram fino a 1,5Gb, sull'HD con uno più capiente e magari da 7200rpm e in caso di necessità sul modulo wireless che da uno standard G si può portare ad uno Draft-N con Wimax. Volendo per i più intraprendenti è possibile la sostituzione degli altoparlanti in quanto quelli di serie sono più che altro dei tweeter perciò con zero resa dei bassi ed un conseguente feel microfonato. La cosa che più di tutte mi ha stupito è lo schermo di tipo Glossy che con una risoluzione di 1024x600 su 8.9" offre una grana finissima risultando in immagini veramente definite. Forse i 600 pixel in ordinata sono pochi per certe applicazioni ma ho trovato sulla baia schermi da 8.9" WXGA con risoluzioni di 1280x768 che dovrebbero risolvere problemi di visualizzazione con alcune applicazioni ed aumentare di conseguenza la definizione. Su questo upgrade un po' insolito devo documentarmi ma non ne escludo la fattibilità, anzi, l'unica controindicazione sarà senza dubbio un calo di prestazioni grafiche dovuto al maggior numero di pixel da gestire. E' possibile l'installazione di pannello touchpad che per chi si sposta con il netbook consente a chi odia come me il touchpad di non portarsi dietro il mouse. Alla fine mi sento di dire che fatto l'upgrade di ram fino a 1,5Gb e magari, ma non necessario per chi dispone di HD da 5400, di HD con uno da 7200rpm, questo è un PC che copre le esigenze del 70% dell'utenza che solo per navigare e vedere filmati si prende Notebook più o meno potenti. Peccato che sull'A150 non ci sia montato un N280 che aumenterebbe il bus a 667 per tutto il sistema con conseguente aumento delle prestazioni video.
Sull'A150 con HD sata consiglio di installare Linux, io ci ho messo la UBUNTU 9.04 Jaunty, la procedura è semplice:
- scaricate UNETBoot che è multi piattaforma (Linux, uinzozz) oppure con Linux installate USB Startup Disk Creator;
-scaricate l'immagine di Linux che desiderate (ma potrebbe essere l'immagine di un qualsiasi altro S.O.);
-dopo aver inserito una USB memory abbastanza capiente (1-2Gb) lanciate il programma di cui al punto primo e scegliete l'immagine del S.O. da installare;
-riavviate la macchina con l'USB appena creata inserita e con settato nel bios il boot da usb come prima periferica e seguite le istruzioni di installazione.
Non avrete più un pesante antivirus in background né più alcun virus che vi tormenti ed in più la grafica sarà veramente veloce anche con compiz.
Io con compiz attivo gioco tranquillamente a Enemy Territory...

giovedì 7 maggio 2009

Sansa Fuze.

Cercando in giro un lettore multimediale con caratteristiche superiori a quelle della semplice riproduzione audio da non spendere una cifra e soprattutto interfacciabile col mondo linux, sono incappato sul Sansa Fuze. Dapprima ha catturato la mia attenzione per il suo look così accurato che quando ho letto che il produttore era Sandisk quasi non ci credevo! Abituato a vedere tutte quelle memorie da prezzo della ditta, mai avrei immaginato che potesse uscire con un pezzo di tale fattura ma le sorprese non finiscono qui. Innanzitutto i prezzi: i modelli sono tre, da 2, 4 e 8Gb con supporto per microSD rispettivamente da 2, 4 e 8Gb con prezzi da 49,90€, 54,90€ e 63,90€ (alla data del 15.04.2009 presso PCcity). I prezzi viste le capacità e gli altri prodotti di categoria erano i migliori, non mi restava che valutare le caratteristiche. Il Sansa Fuze supporta i formati audio MP3, OGG, FLAC, WMA, secure WMA, WAV, Audible, il formato immagine jpeg e per il video l'MPEG4con particolari caratteristiche come accade per i lettori multimediali. Nelle caratteristiche è specificato il pieno riconoscimento del lettore dal sistema linux in modalita memoria di massa (USB settings to MSC). Una volta a casa l'ho subito collegato al pc ed in effetti sia con l'impostazione USB auto che MSC su Linux il FUZE è stato riconosciuto ed il sistema chiede se aprire con Rithmbox o altro.
Per l'audio basta copiare i brani in /music e per i video in /video e così via per le altre categorie. Brutta sorpresa quando ho scoperto che il supporto per Linux era relativo unicamente alla memoria di massa e non per quanto riguarda la codifica dei video per il FUZE. L'unico programma per questo è per uinzozz ed inoltre il FUZE richiede una codifica particolare che non sono riuscito ad effettuare con nessun programma diverso dal suo. Alla fine vi ho rinunciato ma solo perché attendevo l'uscita di una release di Rockbox per il FUZE.

mercoledì 11 marzo 2009

ATA VS SCSI

Nell'attesa di recuperare su ebay un controller SATAII PCI a prezzo abbordabile da installare nel mio sistema K6III+ al fine di eliminare il collo di bottiglia costituito dal sistema disco, ho recuperato da un vecchio server con PentiumII fuori uso tre dischi Quantum ATLAS IV da 9.1Gb SCSI 160 ed ho subito pensato di testarli con un altrettanto vecchio controller che avevo, un Adaptec SCSI 2940UW. Premetto di non aver mai avuto alcuna esperienza con i sistemi SCSI e pertanto per la corretta installazione e configurazione mi sono prima documentato. 
Nonostante la documentazione da me reperita fosse esauriente e completa inizialmente ho avuto dei problemi con la corretta configurazione del lettore CD-ROM ATA il quale anche se riconosciuto non effettuava il boot. Il problema si è risolto solo configurando questo con i ponticelli su CABLE SELECT e collegandolo in modo che fosse SLAVE sul secondo canale ATA della mobo.
Ad installazione e configurazione ultimata sono partito con l'installazione di Ubuntu 8.04 e già qui si sono notate le prime differenze.
Prima con il controller PCI Hot Rod 100 ed un disco ATA133, perciò in UDMA5, la medesima installazione si bloccava al 6% e poi, dopo snervanti attese, il sistema diceva che qualcosa era andato storto allora provando l'installazione con Ubuntu 7.10 che subiva una snervante pausa al 6%, questa terminava dopo circa 2 ore senza dare errori ottenendo un sistema correttamente installato. Ora con lo SCSI e con Ubuntu 8.04 l'installazione è proceduta con regolarità anche se non in tempi brevi, più di un'ora, ma comunque senza dare problemi e risultando in un sistema installato con successo.
Durante il boot del SO con lo SCSI non si notano miglioramenti in termini di tempo ma a sistema caricato quando si avviano altri programmi il tutto è più reattivo ovvero mentre con l'ATA100 un programma tipo GIMP veniva caricato e reso disponibile a rate ora con SCSI si assiste ad un caricamento che tende ad offrire alla fine un'applet completamente pronta. Altro esempio potrebbe essere la finestra del menù Ubuntu che con ATA100 prima si apriva in grigio e durante il caricamento offriva tutte le icone del menù, ora con lo SCSI si preme sul pulsante Ubuntu ed il caricamento offre subito un menù completo anche se non immediato ma comunque più veloce che con ATA100.
Tutto ciò anche se non ha eliminato il collo di bottiglia del sistema disco mi ha aperto gli occhi su come questo ATA non sia mai stato ciò che si credesse. 
Ho sostituito un sitema ATA100 con trasferimento massimo teorico di 100Mb/sec. con uno SCSI UW da 40Mb/sec. avendo risultati se non uguali addirittura migliori!!!
Tenendo conto che nell'ATA100 i 100Mb/sec. sono teorici ipotizziamo che ne trasferisca la metà perciò 50Mb/sec., comunque lo SCSI dovrebbe essere inferiore ed invece NO!
Ma allora perché si spacciano i sistemi ATA identificandoli con i loro limiti teorici quando nella pratica i trasferimenti non sono neanche del 40% di quel valore???
La stessa cosa vale per ATA133, SATAI e SATAII. 
Se prima stavo cercando un controller SATAII per poi dover comprare anche un disco SATAII, ora cerco solo, e l'ho già trovato, un controller SCSI UW160 che senza dubbio è migliore di qualsiasi sistema SATAII...
Tutti siamo abituati a riempirci di dischi prima PATA ora SATA solo perché i produttori forniscono le mobo con tali controller che a loro costano niente ed a noi li fanno pagare sazio per non parlare dei relativi dischi ed alla fine viviamo con sistemi che fanno il singhiozzo e siamo pure contenti!!!
Provate SCSI una volta e non lo lascerete mai più. GARANTITO. 

venerdì 6 marzo 2009

Trucco per Gigabyte GA-5 AX rev 5.2

Scheda madre Super7 con chipset ALi AladdinV (ALi1541+ALi1543C) con 512 Kb di L2 e supporto ATA66. La scheda offre molte possibilità per l'overclock, tuttavia soffre di un problema costruttivo che limita tale possibilità. Il problema è che il regolatore di tensione principale è montato sulla scheda in modo da non agevolarne il raffreddamento ma è fatto aderire alla scheda con la parte metallica e vincolato con vite e dado. Posizionando la scheda con gli ingressi USB, mouse e tastiera, etc. verso l'alto, il regolatore in questione è posizionato nei pressi della batteria in alto a destra. I regolatori di tensione si riscaldano molto e più si riscaldano meno efficentemente regolano la tensione divenedo causa di instabilità soprattutto nei PC. I regolatori di tensione hanno tipicamente una superficie metallica piatta apposita per essere fatta aderire ad un dissipatore di calore. Tale superficie che si allunga verso l'alto del componente, presupponedo la parte bassa quella dei contatti,  presenta un foro dove far passare la vite per mantenere l'aderenza con l'aletta.
Sicuramente per risparmiare sui costi di produzione, Gigabyte invece di utilizzare un'aletta in alluminio, ha fatto aderire il regolatore direttamente alla scheda che oltre a non essere un buon conduttore di calore provoca un surriscaldamento eccessivo del componente e di tutti quelli vicini. Il trucco consiste nel togliere la vite con dado alzare lentamente il componente ed utilizzando magari la stessa vite e dado attaccargli un generoso dissipatore il alluminio, magari mettendo anche della pasta termoconduttiva all'argento tra i due.
Dopo tale operazione ho potuto utilizzare frequenze di bus prima impensabili, fino a 130Mhz!!!

lunedì 2 marzo 2009

K6III+

L'ultima CPU di AMD per Socket7, in particolare per Super7 che supporta un bus di 100Mhz ed oltre. Il nucleo dei + (plus) differisce dal nucleo dei normali K6 per il processo produttivo che è in rame a 0.18 micron contro l'alluminio a o.25 di tutti i K6 precedenti. Ciò consente minore cosumo e minore surriscaldamento risultando in una CPU adatta a PC portatili. L'assenza di blocchi interni rende infine tale CPU ottima per l'OC (Overclock).

I chipsets più moderni che supportano tale CPU sono il VIA MVP3 ed ALi Aladdin V aventi simili caratteristiche come supporto per AGP 2X e con memoria massima allocabile di 768Mb di ram per ogniuno. Vi è stato anche l'Aladdin7 un chip con video integrato AGP 4X.

A partire dai K6III, perciò anche K6II+ e III+, il core è provvisto di una cache L2 interna che gira a pari frequenza ed è di 128Kb per i K6II+ e 256Kb per i III e III+. La cache onboard viene così usata come una L3 che aumenta ulterirmente le prestazioni per tali CPU.
Una tecnica per l'OC nata proprio con i K6 è il decapping avvero lo scoperchiamento del core rimuovendo la placca in alluminio attaccata al supporto ceramico a mezzo di collante siliconico presente in corrispondenza degli angoli utilizzando un taglierino. Con questa tecnica e con l'utilizzo di dissipatori in rame e pasta d'argento si ottiene la dissipazione ideale per OC spinti.

L'OC è limitato solo dalla bontà costruttiva e qualitativa dei componenti e di fatto tutte le CPU K6III+ ACZ ed ACZM, dai 400 ai 550 Mhz, girano tranquillamente Rock Solid a 600Mhz senza overvolt, oltre tale soglia tutto dipende da una miriade di fattori che potremmo riunire nella variabile CULO che uno ha.
Personalmente ho avuto una buona variabile CULO in quanto il mio K6III+ 450 ACZ gira Rock Solid a 633Mhz con queste impostazioni: bus 115Mhz x 5,5 a 2,4Vcore con cache L2 abilitata,  mi frigge a 120Mhz che è la prossima impostazione di bus possibile.
Ovviamente per tali overclock si deve usare della sdram PC133 a 168pin e si devono avere delle schede VGA e PCI che reggano un bus PCI altamente overclockato, io ho dovuto sostituire la scheda di rete perché non reggeva!!!
Il sistema risultante è tutt'oggi utilizzabile per impieghi tipo office/internet con contenuti multimediali.
Il mio è il seguente:
CPU: K6III+450ACZ @633Mhz Rock Solid
Mobo: Gigabyte GA-5 AX rev.5.2 bios F4 (latest)
ram: 768Mb sdram PC133 CL2
VGA: GeForce FX 5900XT 256Mb DDR
HD: 3 x Quantum Atlas IV 9.1Gb UW160 SCSI
Controller: Adaptec SCSI AHA19160 UW
Audio: Creative Sound Blaster Live! 5.1
LAN: Realtec 8139 10/100 lan
USB: VIA USB2 PCI card
Firewire: VIA firewire PCI card
Il tutto gira sotto Ubuntu 7.10 Gutsy con Compiz e tutti gli effetti grafici abilitati in random e con il controllo PowerNow della CPU abilitato. Smanettando con Compiz il procio rimane a 380Mhz!!!
Navigando in rete non si sente differenza con l'altro mio Operon180...
Non sono ancora passato ad Ubuntu Fiesty od Intrpid a causa del fatto che nVidia non supporta ancora la FX 5900TX con questi nuovi kernel e non penso che lo farà mai...
Spero che l'articolo faccia piacere agli amanti del Super7 e del K6III+.
Ho letto in giro che i K6III sono più performanti dei III+ a pari frequenza, mi piacerebbe sapere xké...




domenica 1 marzo 2009

Questo è un bastardo, non fidatevi fa tutto per solo interesse personale...

venerdì 27 febbraio 2009

Kit Guillows P51Mustang

L'unica esperienza di kit in balsa da me posseduta risale tipo a vent'anni fa ed il risultato è stato disastroso, la fusoliera e le ali erano "imberlate" e l'aereo non avrebbe mai potuto fare dieci metri dritti.
Tuttavia l'esperienza mi aveva lasciato la voglia di riprovare, cosa che non avevo mai più fatto anche a causa del che tali modelli hanno avuto un calo di vendite, almeno nella mia zona, e non se ne trovavano.
Un giorno visitando un negozio di modellismo la mia vista è caduta su questi kit che mi fecero ricordare la mia avventura e visto il prezzo basso mi presi subito questo bellissimo P51 Mustang.
Dall'acquisto alla costruzione sono passati quasi due anni, avevo bisogno di ispirazione ma alla fine l'ho trovata ed in un paio di giorni l'ho finito e stavolta il risultato, anche se non perfetto, mi ha soddisfatto abbastanza.
Nel kit si specificava di non colorare il modello se si aveva intenzione di impiegarlo per il volo, tuttavia per me che ho sempre fatto modellismo statico, vederlo così tutto grigio era un peccato e non ci ho pensato troppo a colorarlo.
Alla fine mi rimaneva solo di attaccarci le decal che non erano proprio decal ma solo delle stampe su un pezzo di carta da tagliare ed incollare.
Devo dire che l'unico neo del kit Guillows sono proprio queste "decal" che mi sono rifiutato di applicare e non avendone di idonee e per non lasciare il modello "nudo" mi sono messo a creare delle mascherine su campione delle decal per poter poi dipingere le insegne direttamente sull'aereo proprio come fanno nella realtà. E' stato il lavoro più difficile di tutto il kit ma alla fine il risultato è stato sempre migliore delle decal di carta.
In più ho rifatto con un lamierino di alluminio quei due pannelli presenti sulla pancia del muso che riportano dei fori e che nel kit erano presenti tra le decal, anche stavolta il risultato non è male anche se una volta incollati al loro posto si vede il rilievo dei bordi sulla fusoliera.
Altre modifiche rispetto al kit originale sono state la fresatura della balsa per creare i fori in corrispondenza delle prese d'aria una sotto il naso dell'elica e l'altra sotto la pancia in quanto in origine tali fori non previsti erano simulati da due decal nere. Ed infine ho incollato al bordo della presa d'aria sotto il naso un bordino fatto con l'avanzo del tondino metallico presente nel kit per fare i carrelli, questo perché in un volo di prova l'aereo è atterrato sbattendo proprio lì e si era rovinato abbastanza, ora nonostante ci abbia sbattuto più volte l'area non soffre di danneggiamenti.
Non ho rifinito il modello con i portelli dei carrelli, con l'antennina dorsale né con il ruotino di coda da fare con due cerchietti di balsa in quanto parti che si sarebbero rotte subito ai primi voli.
Alla fine come secondo balsa kit il risultato non è poi male e decolla da solo anche se si alza solo di circa tre metri e poi plana atterrando.
Consiglio tale kit per la qualità sia dei materiali che del progetto ma procuratevi delle vere decal in quella scala a meno che non vogliate dipingerle ed un ruotino di coda in plastica.
A voi le immagini...

Ibanez RG370 DX e Fender Frontman 25R

Che fantastica accoppiata!!!
Sono sempre più del parere che ogni chitarra vada d'accordo con determinati ampli rispetto che con altri. La cosa è soggetta a gusto personale tuttavia devo dire che l'Ibanez RG370 DX con i suoi INF3, INFS3 ed INF4 di serie suona proprio bene con il Frontman 25R.
L'ampli ha il pregio di avere un volume molto forte ma anche a bassi volumi rende bene ed ha un riverbero fantastico che però imbottiglia gli alti a valori alti soprattutto sul clean.
Il sound risultante regala un clean ottimo e cristallino e con il selettore della chitarra nelle posizioni 2 e 4 ci si avvicina molto alle sonorità strato in quanto i due humbuckers si splittano in single.
Per quanto riguarda il canale drive dove uso solo le posizioni 1 e 5, qui si sente la potenza dei due humbuckers ed il sound consente di suonare bene ogni cosa dal Rock all'Heavy Metal ed in quest'ultimo caso se si mettono i medi a zero allora si è a cavallo con un suono bello compresso.

Fender Frontman 25R

Dopo l'acquisto della RG370 DX mi serviva un nuovo ampli che consentisse spostamenti pratici e che avesse clean e drive con riverbero per suonare anche a volumi da camera ed il tutto per una cifra che non superasse i 130 euro.
Ovvio che si dovesse trattare di un solid state ma non avevo proprio idea di cosa cercare, io mi ero nichilizzato sui marshall JCM800/900 e l'unico transistor da me posseduto è stato un piccolo YAMAHA GA-10 con clean e drive e con il quale si riusciva ad avere un sustain ed un distorto non schifoso e gracchiante solo con un pedalino BOSS SD-1. Da notare che il prezzo del pedalino supera quello del solo ampli.
Tenendo sempre conto dei limiti del cono da 7" presente, il suono rimaneva comunque fino e privo di qualsiasi tipo di profondità
Con questa esperienza alle spalle e considerando che il GA-10 l'avevo pagato 69 euro in un centro commerciale, non mi aspettavo di certo grandi cose con un max di 130 euro.
Bene, sono andato qui, così non faccio pubblicità e lì, tra i vari ampli presenti, il bassista (il commesso alto col capello biondo lungo) mi ha indirizzato su dei Fender Frontman dicendo che suonavano proprio bene.
Il look del Frontman colpisce subito per lo stile vintage tipo Black Face.
Subito chiedo di provarne uno da 15W, bello piccolo e pratico con tutti i requisiti che cercavo e con in più due entrate Left e Right per sorgente audio esterna.
Per sentire se rispettava il famoso pulito Fender, l'ho provato con una Strato messicana che c'era lì ed il risultato mi è piaciuto, poi, con una ibanez di cui non ricordo il modello con due humbuckers ma quando ho messo il canale drive, con il drive al max, appena si alzava troppo il riverbero, tipo 3-4, si sentiva un fischio fortissimo continuo, sembrava un'interferenza col riverbero.
Chiamo il bassista e glielo faccio notare e lui dopo aver provato ha confermato questo difetto che tra l'altro avevano tutti i 15R presenti in negozio.
Così per curiosità proviamo allora se il 25R riportava lo stesso problema. No, questo era ok, stesse caratteristiche con in più il jack per footswitch ed un suono più profondo.
Alla fine l'ho preso con l'aggiunta di 50 euro alla cifra max che volevo spendere.
Tutt'ora lo ritengo un ottimo acquisto che tra l'altro sta mantenendo il suo valore.

giovedì 26 febbraio 2009

HP C5280 All-in-One e Linux

Un problema che ho avuto e che per fortuna ho risolto grazie ad un blog è relativo alla stampante C5280 di HP sotto Linux. Premetto di essere un utente UBUNTU al momento ancora 8.04 a 64bit ma la distribuzione Linux non è fondamentale.
La stampante viene riconosciuta istantaneamente, inserisci l'USB nel PC e via. Stampa perfettamente, scansiona bene con Sane e gli slot di memory cards sono riconosciuti correttamente, per quanto riguarda le funzioni di manutenzione tipo pulitura ed allineamento testine queste le si effettuano direttamente dalla stampante e non via software dal PC.
L'unica funzione per cui manca un software di gestione che HP non offre per ambiente Linux è la stampa su CD/DVD printable.
A dire il vero tale funzione HP non la offre neanche per altri SO ma nella scatola si trova un CD di installazione di Roxio express labeler che permette di sfruttare la stampa su dischi ma solo per sistemi MS e Mac.
Sotto Linux bisogna crearsi un modello di determinate dimensioni con all'interno la circonferenza che segna il limite entro cui collimare la nostra etichetta perché poi venga stampata correttamente sul disco.
Bene vi evito la fatica, scaricate pure il file .odt per OOo da qui. Questo comprende già una mia label e per rimuoverla fate tasto destro sull'immagine-> rimuovi, per aggiungerne un'altra andate su insert->picture->file/scanner e poi l'immagine potrà essere adattata e collimata.
Importante!
Prima di importare un'etichetta, cercate di ritagliarla il più possibile così da avere l'immagine rotonda in un riquadro i cui lati siano il più possibile tangenti all'immagine, questo vi consentirà di collimare l'immagine nel template con più margine, al contrario l'immagine potrà non collimarsi.
Per vedere il cerchio di riferimento durante la centratura fate tasto destro sull'immagine e portatela in backgroud.
Last but not least, il template dà un riferimento entro cui la stampa è corretta, si può sbordare fino a raggiungere in stampa il riempimento completo del disco senza lasciare alcun bordino bianco al margine esterno tuttavia nel mio caso la stampante lascia in alto una piccola fettina di superficie non stampata. Penso sia un limite della stampante e non del nostro template...
Per informazione il Roxio fornito a corredo lascia un bordino secondo me abbondante e la stampa non mi sembra neanche proprio centratissima...
I limiti interni di stampa non sono presenti nel template in quanto variano a seconda del supporto. Anche se la parte trasparente del disco sarà stampata, ciò non sarà un problema, l'inchiostro si rimuove facilmente con della carta igienica, attenzione a non tirare l'inkiostro sulla parte buona altrimenti otterrete sbavature, pulite in senso rotatorio rimanendo con la carta sulla parte trasparente.
A lavoro ultimato lasciate asciugare. La stampa sarà abbastanza delicata, per ovviare a ciò consiglio l'acquisto di una bomboletta spry di vernice trasparente semi lucida da spruzzare come protezione (sconsiglio la lucida e l'opaca). Questa operazione se ben fatta donerà all'opera un look veramente professionale.
Ringrazio per la mia esperienza Andrea LAZZAROTTO dal cui blog ho scaricato i primi template.

Xké bloggo?

Semplicemente xké quando ho avuto dei quesiti, molte risposte le ho trovate nei blog.
Molte risposte le si trovano anche nei forum specializzati ma lì, se hai altri quesiti, ti devi registrare. Non che sia un problema registrarsi, soprattutto se l'argomento del forum è di interesse o consiste in una passione personale, ma ho trovato molto più  comodo e veloce postare nei blog dove un'iscrizione non è richiesta, al massimo lasci la tua mail.